Per Gruppo Illiria essere un’impresa sostenibile significa adeguare le proprie strategie e gli obiettivi di sviluppo in un’ottica sociale e ambientale. Significa dunque scegliere partner che condividano questa visione e che siano disposti a investire nella ricerca e nello sviluppo di prodotti sostenibili. Perché la progettazione e la ricerca di nuovi materiali possono giocare un ruolo strategico per la salvaguardia del nostro Pianeta.
Ne è consapevole Flo, marchio storico nella produzione di stoviglie in plastica e bicchieri per la distribuzione automatica, oggi uno dei maggiori player europei del settore, che da sempre investe in efficienza, ricerca e sviluppo sostenibile.
Un impegno capace di tradursi in soluzioni concrete come la realizzazione di Hybrid 40, un nuovo bicchiere 100% riciclabile. Hybrid 40 è realizzato con un materiale innovativo creato sostituendo parte del polistirolo di cui sono composti i tradizionali bicchieri vending, con una miscela di sali minerali di origine naturale.
Una soluzione adatta anche a #Rivending, il ciclo virtuoso di recupero e riciclo di bicchieri e palette per distributori automatici.
Abbiamo chiesto a Erika Simonazzi, Responsabile Marketing di Flo, di raccontarci qualcosa in più dei loro prodotti.
Partiamo da Hybrid 40, come e quando è nato?
“Hybrid è nato 10 anni fa con l’obiettivo di proporre al mercato un bicchiere vending di nuova concezione, che fosse funzionale come un bicchiere automatico in polistirolo al 100%, ma più sostenibile. Nasce quindi da un’idea che ha visto coinvolti la nostra forza commerciale e marketing con il nostro team di R&D. La conoscenza dei materiali e gli allora 40 anni di esperienza in termoformatura, ci hanno portato alla realizzazione di questo bicchiere, che rimane, come quello di partenza, riciclabile al 100%. Siamo partiti dal 165L del peso di 3,8g, il più affidabile ed il più venduto sul mercato italiano e ne abbiamo modificato la composizione inserendo un mix di Sali naturali al posto di una parte di polistirolo, poi, alcuni anni dopo, attraverso un’operazione di ecodesign, abbiamo modificato la forma del bicchiere, sia per ottenere un modello che esaltasse la crema del caffè sia per ottenere un bicchiere che, mantenendo la stessa funzionalità del 165L nel distributore automatico, potesse essere più leggero risparmiando materia prima. E’ nato così il 165SC Hybrid.”
La speciale composizione del bicchiere riduce la propria carbon foot print durante il ciclo di vita. In media di quanto riduce le emissioni di CO2 il nuovo Hybrid 40?
“Rispetto al bicchiere 165L realizzato in polistirolo al 100% riduce le emissioni di CO2 del 40%. È da questo numero che ha preso il suo nome”.
Qual è la risposta delle vostre aziende clienti alla produzione di prodotti sostenibili?
“Quando è nato Hybrid, 10 anni fa, in pochi ricercavano soluzioni sostenibili e per questo motivo Hybrid inizialmente non ha avuto una diffusione su larga scala, era un prodotto per quei pochi precursori che già parlavano e capivano cos’era la carbon foot print o impronta di carbonio (CFP). Da qualche anno la situazione è completamente cambiata e adesso sono pochissimi quelli che non sono interessati a prodotti sostenibili, la maggior parte dei nostri clienti chiede un prodotto che li aiuti nel loro percorso di miglioramento aziendale a livello di sostenibililtà ambientale e che abbia una bella storia di sostenibilità da raccontare.”
Flo non si ferma alla produzione di bicchieri in plastica, quali altri prodotti sostenibili producete?
“Produciamo stoviglie per il largo consumo, in particolare per il canale Horeca e Retail. Per l’Horeca proponiamo una gamma completa di piatti, vaschette e bicchieri da birra di formati diversi, da 0,2cl a mezzo litro. Questi ultimi sia in plastica tradizionale (riciclabile al 100%) che in bioplastica compostabile insieme all’organico. Siamo inoltre produttori di packaging per l’industria alimentare, tra cui - nostro fiore all’occhiello - le capsule per caffè monoporzione realizzate sia in plastica tradizionale che in bioplastica compostabile.
Stiamo spingendo molto a scegliere le capsule compostabili. Crediamo che ad oggi sia la scelta più sostenibile perché l’unica riciclabile nella raccolta dell’umido: le altre capsule, essendo sono piene di caffè e spesso multimateriale, devono essere gettate nell’indifferenziato per l’impossibilità di separare i singoli componenti. La raccolta delle capsule nell’organico è importante soprattutto perché permette il recupero di 6/7g di caffè, ottimo fertilizzante per l’agricoltura, contro poco più di 1g di peso del packaging che lo contiene.”
Quanti laboratori avete all’interno della vostra azienda e di cosa si occupano esattamente?
“Abbiamo due laboratori interni, uno si occupa di test fisico-meccanici e microbiologici sui nostri imballi per verificarne la resistenza alle sollecitazioni esterne oltre che la sicurezza alimentare. Questo laboratorio è asseverato e lavora anche per clienti esterni. Poi abbiamo un laboratorio applicativo dedicato soprattutto a test su capsule caffè, qui viene testata la funzionalità delle capsule su tutti i modelli di macchine per caffè table top presenti sul mercato e viene studiata la curva di erogazione del caffè per valutare - con dati quantificabili e confrontabili - la bontà dell’erogazione di una determinata capsula con una determinata miscela del caffè.”
Il Ministero dello Sviluppo economico ha recentemente finanziato un nuovo piano di investimenti per la realizzazione di nuovi materiali sostenibili, che cosa avete in programma per il prossimo futuro?
“La tendenza del mercato è verso la personalizzazione e la differenziazione, troveremo quindi la coesistenza di diversi materiali per lo stesso manufatto con la stessa funzione. Quello che guida Flo è il binomio funzionalità-sostenibilità, quest’ultima sia economica che ecologica. Siamo convinti che non esista un prodotto migliore o peggiore di un altro in tema di sostenibilità, esistono prodotti migliori di altri per una determinata applicazione o manufatto. La bioplastica è una soluzione efficace per quei prodotti che non si possono raccogliere nella raccolta differenziata perché sporchi o multimateriale, come le capsule per caffè. Ma è anche una scelta sensata in quelle situazioni in cui non potendo differenziare i rifiuti di cibo dalle stoviglie, viene tutto raccolto insieme (per esempio alcuni eventi estivi). La plastica tradizionale è un materiale che ha sempre tanto da insegnare in tema di sostenibilità perché rappresenta il miglior compromesso tra tecnicità, funzionalità, leggerezza ed economicità, occorre eventualmente migliorare l’efficienza degli impianti di riciclo e studiare prodotti sempre più riciclabili. La carta è in continua crescita, deriva da fonti rinnovabili e questo è sicuramente un plus, non ha però la stessa funzionalità della plastica, lo stesso manufatto è mediamente più spesso e pesante in carta rispetto a uno in plastica. C’è bisogno di fare un’analisi approfondita del ciclo di vita dei prodotti per definirne la sostenibilità e la risposta non è scontata come potremmo pensare.”