La prima scarpa da lavoro antinfortunistica riciclata al 70% da filati di bottigliette PET
Per il nostro Gruppo essere impresa sostenibile significa agire affinché la performance economica sia strettamente collegata alla performance sociale e ambientale, adeguando le proprie strategie, gli obiettivi di sviluppo e le proprie azioni. Crediamo che questo percorso debba coinvolgere anche i nostri collaboratori attraverso azioni concrete di sensibilizzazione al tema della sostenibilità ambientale. Secondo questo principio lo scorso anno abbiamo voluto mettere a disposizione dei nostri operatori una scarpa antinfortunistica “green”.
Trovare una scarpa che rispondesse a questo requisito non è stato semplice. Dopo alcuni mesi di ricerca da parte del nostro reparto “Servizio, Prevenzione e Protezione” abbiamo trovato Würth MODYF, consociata del gruppo Würth, che si propone al mercato con una vasta gamma di prodotti di abbigliamento e accessori per il lavoro e che ha creato Eco Fresh, la prima scarpa da lavoro antinfortunistica riciclata al 70% da filati di bottigliette PET.
Abbiamo chiesto a Marco Cascella, Product Manager di Würth MODYF, di raccontarci qualcosa in più su questa scarpa. Come è nata l’idea?
“Eco Fresh è stato il mio primo progetto. Da sempre sono molto attento alle tematiche ambientali: a 15 anni ho smesso di mangiare carne [oggi ne ha 32 NdR], vengo al lavoro in bici e utilizzo il mio veicolo a bassissime emissioni solo per gli spostamenti necessari.
Quando sono entrato in Würth Modyf mi è stata data la possibilità di creare prodotti che percorressero questa direzione e con i nostri 330 mila clienti avevo la possibilità di estendere questa filosofia ad un bacino di utenza enorme, un’occasione da non perdere!
Basti pensare che il consumo annuo di calzature da lavoro in Europa si attesta intorno ai 62 milioni di paia. Avevo la possibilità di innescare un processo virtuoso, dove un potenziale successo avrebbe sicuramente portato anche i nostri competitor ad adottare delle soluzioni ecofriendly sulle loro linee di prodotto.”
Spiegaci con che materiali è prodotta la scarpa e da dove proviene la plastica riciclata?
“Eco Fresh è realizzata con una tomaia al 100% proveniente da filati di PET riciclato. Anche i lacci e la fettuccia sulla lingua riportante il nostro marchio sono in PET riciclato da filati. Il supporto della tomaia è fatto in polietilene riciclato al 100%, gli occhielli in poliammide riciclato ad una percentuale di circa il 70% e il sottopiede raggiunge il 76% di materiali riciclati da plastiche di bicchieri e bottiglie con trattamento di olio di ricino biologico e gomme di suole esauste per aumentarne le performance nell’ammortizzazione.
All’interno della suola si trova un dispositivo stabilizzatore (detto cambrione) utile per prevenire distorsioni e per far flettere il prodotto nella giusta posizione. Anche il cambrione è realizzato per il 40% da materiali di recupero. Infine con la nuova Eco Fresh S3 abbiamo introdotto la lamina anti perforazione (anti chiodo) anch’essa prodotta al 100% in materiale riciclato, che tra l’altro la rende è più leggera, morbida e resistente rispetto ad una lamina comune. Quest’ultima recupera i materiali da scarti di produzioni tessili industriali.
Eco Fresh è tuttavia un progetto in evoluzione. Sto studiando nuove componenti innovative ed entro l’anno ne aumenteremo le performance in termini di ecosostenibilità cambiando le imbottiture con nuove spugne in grado di assorbire il 25% di Co2.
Inoltre queste calzature sono realizzate in Italia, evitando così le enormi emissioni legate ad un trasporto su container via nave proveniente dall´Estremo Oriente.”
Conciliare sostenibilità e comfort non è affar semplice, quali sono state le difficoltà maggiori che hai riscontrato nel “progettare” questa scarpa?
“La difficoltà maggiore riguarda la struttura: una calzatura da lavoro deve resistere a numerose sollecitazioni, tanto sui materiali della tomaia quanto sulle varie componenti antinfortunistiche presenti al suo interno. Sono stati oltre 100 i test necessari per superare la norma EN 20345, con un prodotto fatto in materiali riciclati, che per loro natura hanno performance scostanti. Bisognava quindi andare molto cauti selezionando prodotti con parametri di resistenza superiori a quelli comunemente usati in accordo con la norma menzionata.
Oltre a ciò l’utilizzatore medio la indossa per almeno dieci ore al giorno, sottoponendo questo prodotto a livelli di stress molto elevati e si aspetta un grado di qualità e tenuta eccellenti.
Inoltre agli inizi del 2019 la tematica ambientale non era sentita quanto oggi. Eravamo ancora distanti dalle immagini mostrate dai media durante il lockdown del 2020, di animali selvatici in giro per le città e dei canali di Venezia limpidi. Portavo avanti questo progetto nell’indifferenza e nello scetticismo generale.
Infine il bacino di utenza della calzatura da lavoro era abituato ad un prodotto realizzato prevalentemente in pelle, ritrovarsi dunque un articolo strutturato in tessuto tecnico riciclato è stata una scelta quantomeno inusuale. Non nascondo di aver corso un grande rischio perseguendo questa strada”.
Come hanno reagito i vostri clienti a un prodotto così innovativo e attento all’ambiente?
“Inizialmente la clientela ha acquistato il prodotto perché lo trovava leggero ed esteticamente attraente, nei mesi successivi al lancio abbiamo iniziato a ricevere un numero di richieste sempre crescente legato al desiderio di voler fare la differenza in termini di sostenibilità. Oggi si tratta della nostra collezione più venduta e i nostri competitor cominciano a lanciare prodotti che si muovono in questa direzione. Direi missione compiuta! Anche se c’è ancora molto da fare credo che la strada intrapresa sia quella giusta.”
Esistono altri prodotti “sostenibili” prodotti dalla tua azienda?
“Abbiamo cominciato a “parlare” di sostenibilità con la Eco Fresh, a seguito della quale tutti i nuovi articoli in arrivo non fanno più uso di pelli, come ad esempio la nuova Micro S1P o le nuove Daily Race.
Inoltre nelle prossime settimane presenteremo una calzatura da lavoro con un peso record. Questo articolo contiene materiali riciclati e non metallici, e il suo peso pari a circa la metà del peso di una comune scarpa da lavoro ci permette di ridurre le emissioni di CO2 per il trasporto.
Quest’anno usciranno dei capi d’abbigliamento da lavoro con un’alta percentuale di materiali riciclati, anche questi costruiti in accordo con le rigorose normative vigenti”.
L’introduzione della scarpa Ecofresch di Würth MODYF in Illiria è partita a marzo 2020 e ad oggi rappresenta circa il 22% del totale di tutte le scarpe acquistate dal nostro Gruppo.
Perchè ogni decisione presa per soddisfare un’esigenza di oggi comporta degli effetti sul futuro. E anche le più semplici, piccole e banali scelte quotidiane possono ridurre il nostro impatto ambientale. Anche la scelta di una scarpa può fare la differenza.